Pubalgia. Che cos’è e come si cura?

Calciatori, schermidori, tennisti, ballerini e, più in generale, chiunque pratichi un’attività fisica che richieda un’intensa sollecitazione delle gambe: sono le vittime predilette della pubalgia, sindrome dolorosa che interessa la regione addominale e inguinale fino alla zona interna delle cosce.

Le cause possono essere molte, infatti nella “sindrome retto-pubica” ne sono state identificate più di 70. Nella maggior parte dei casi, però, la pubalgia rientra tra le “patologie da sovraccarico”, la cui origine si fa risalire a una serie di microtraumi ripetuti nel tempo che possono creare danni a livello dei punti di inserzione sull’osso pubico di diversi muscoli, tra cui addominali e adduttori della coscia.

In pratica, si tratta di un dolore muscolo-tendineo (mioentesite) che riguarda diversi gradi di lesione dei muscoli della zona frontale e bassa dell’addome e della sinfisi pubica (articolazione fra le due ossa pubiche).

Numerosi fattori possono favorire il sovraccarico funzionale e dare il là alla sindrome dolorosa. Tra questi, sbilanciamenti funzionali tra muscoli addominali deboli e muscoli adduttori forti e poco flessibili, debolezza intrinseca di muscoli addominali o inguinali, contratture di alcuni muscoli (per esempio i flessori dell’anca) che a loro volta possono indurre alterazioni della postura, presenza di un’accentuata curvatura lombare o di patologie congenite dell’anca.

Possono contribuire allo sviluppo della pubalgia anche fattori esterni, per esempio allenamenti su terreni non adatti (troppo cedevoli o irregolari) o il cambiamento del tipo di scarpe o del terreno di gioco da una stagione sportiva all’altra.

Sebbene la pubalgia abbia una predilezione per gli sportivi, specialmente di sesso maschile, può colpire anche nelle donne, soprattutto a fine gravidanza. In questi casi, il dolore è scatenato sia dal peso del bambino sui muscoli dell’addome sia dalla secrezione dell’ormone relaxina che conferisce maggiore elasticità alla sinfisi pubica per favorire il parto.

Caratteristico è il dolore nella zona del pube, che può irradiarsi fino all’interno coscia, in genere unilaterale.

Nella maggior parte dei casi, nelle fasi iniziali il dolore compare al risveglio e si manifesta quando si comincia l’attività sportiva, per poi scomparire dopo il riscaldamento: la pubalgia è quindi tale da consentire la prosecuzione dell’attività, in genere però si rimanifesta più intenso a fine allenamento o il giorno successivo. Se il dolore nell’arco di qualche settimana, tentanto di gestire i carichi e differenziando gli allenamenti non cambia, sarebbe meglio stare a riposo e interpellare un professionista per non rischiare di peggiorare o cronicizzare il quadro.

In forme particolarmente importanti il dolore può sopraggiungere all’improvviso, durante lo svolgimento dell’attività sportiva, ed essere tale da impedirne la continuazione.

In una prima fase è fondamentale il riposo “attivo” per evitare di complicare la situazione. Per riposo attivo si intende continuare con la vita quotidiana evitando solo le attività che evocano dolore piuttosto intenso. Per alleviare i disturbi in genere si usano antinfiammatori e antidolorifici, ma in genere sconsigliamo il loro uso prolungato perché possono portarci a sovraccaricare una zona che richiede riduzione di carico, o possono portare effetti collaterali.

Se questo approccio non è sufficiente, consigliamo una valutazione fisioterapica, dalla quale può emergere una problematica lombosacrale, una discopatia o una radicolite che porta a sintomi inguinali, oppure può esser confermata la diagnosi di sindrome retto-pubica (pubalgia) , in questo caso, le terapie piò efficaci sono le onde d’urto o la laserterapia Yag ad alta potenza. Passata la fase acuta, è importante seguire un programma di esercizio terapeutico e rieducazione funzionale con esercizi di rinforzo muscolare, stretching dei muscoli adduttori, e altri esercizi studiati per per correggere la postura qualora fossero emerse anche delle alterazioni posturali.

Nella maggior parte dei casi la fisioterapia è sufficiente. La chirurgia può essere necessaria in pochi casi selezionati.

Se hai bisogno di una consulenza per un dolore inguinale o per un problema di pubalgia,

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Dott. Marco Segina

Responsabile della sezione Fisioterapia Ortopedica e Sport del Poliambulatorio Fisiosan con sede a Trieste e a Muggia.
Amministratore della Polisportiva Venezia Giulia SSDarl – con sezioni Volley, Basket, BodyBuilding, Pesistica, Corsa, MountainBike.
Laureato in Fisioterapia con Lode C/o Facoltà di Medicina e Chirurgia di Trieste e Vincitore del premio miglior tesi di Laurea in Italia nel 2008 (Una nuova Scala di Valutazione delle Lombalgie).

Altri titoli:
Master Universitario in ecografia muscoloscheletrica per fisioterapisti e podologi;
Master Universitario in Osteopatia;
Diploma di Osteopractor (American Academy of Manipulative Therapy);
Diploma di Chiroterapia e manipolazioni vertebrali (Manipulation Italian Academy);
Diploma di Preparatore Atletico;
McKenzie method (level A,B,C,D,E);
Stecco method (I e II livello);
Dry Needlig cert. (American Academy of ManipulativeTherapy);
Spinal Manipulation cert. (American Academy of Manual Therapy);
McGill method (I,II,III livello);
Documentarion based care certificate instructor;
Istruttore di Functional Trainig;
Personal Trainer;
Tecnogym Exercise specialist.