DIABETE E SINDROME METABOLICA

L’esercizio fisico costituisce una componente fondamentale per il controllo del diabete e le sindromi metaboliche spesso associate ( ipertensione, iper colesterolemia, iperglicemia ed Obesità) .

Secondo molti studi infatti, determinati programmi mirati di ricondizionamento fisico, sono molto utili ad incrementare sensibilità all’insulina, sia attraverso meccanismi insulino dipendendi che insulino indipendenti. Questo permette di raggiungere un miglior controllo glicemico ed il miglioramento di alcuni indici ematici di salute che i pazienti diabetici monitorano trimestralmente.

Oltre al miglioramento del controllo glicemico, un progamma di Medical Fitness Metabolico mirato può contribuire a migliorare notevolmente:

  • l′ipertensione (diminuendo la pressione arteriosa a riposo),
  • il colesterolo (diminuendo il “colesterolo cattivo” LDL e migliorando quello buono LDL),
  • i Trigliceridi
  • l′obesita viscerale spesso associata
  • la resistenza, la forza muscolare ed il benessere generale

L’intervento riabilitativo per queste patologie passa da una fase Valutazione e di educazione durante la quale il paziente inizia, dapprima assistito per poi passare all’autonomia, un programma di allenamento mirato, anche secondo le indicazioni fornite dagli altri specialisti che lo seguono (diabetologo, dietologo, nutrizionista, cardiologo, medico di medicina generale, nefrologo o geriatra.

 

Capita non di rado che i pazienti, seppur già educati ed indirizzati correttamente dagli specialisti, non seguano le attività prescritte in quanto risultano difficili o comunque perché il paziente soffre di altre patologie che li scoraggiano ulteriormente e li portano ad abbandonare l’auto-trattamento.

In questi casi, è facilmente intuibile che, mancando il controllo diretto dello staff medico, il paziente tenda a disattendere alcuni degli obiettivi prefissati.

 

Per questi motivi, il nostro Centro è attrezzato affinché i pazienti vengano accolti e seguiti passo dopo passo fino all’autonomia e monitorati costantemente nei progressi.

Laureati in fisioterapia con formazione specifica, macchinari di medical fitness e sistemi di rilevazione della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa,  della saturazione dell’ossigeno e della glicemia prima della sessione di allenamento, ci consentono di poter rispondere alle esigenze di pazienti in fase di guarigione, stabilizzazione o di mantenimento.

 

FASI DEL TRATTAMENTO:

Il trattamento ha inizio con una valutazione iniziale durante la quale viene individuata l’anamnesi del paziente e si valutano alcuni parametri utili alla programmazione come:

  • Età
  • Peso ed altezza
  • Sesso
  • Classe di rischio
  • Patologie associate
  • Situazione muscoloscheletrica
  • Terapia farmacologica (in particolare per quanto interferisce con la risposta allo sforzo)
  • Abitudini precedenti in termini di esercizio fisico
  • Stili di vita
  • Valori di pressione arteriosa, battiti cardiaci e glicemia a riposo/digiuno
  • Esami ematochimici per determinare i valori di partenza pre – trattamento di: glicemia, emoglobina glicata, colesterolo, trigliceridi, ed escludere altre patologie sistemiche

A questo punto è possibile iniziare con le sedute di Medical fitness assistito durante le quali il fisioterapista crea un programma riabilitativo mirato. Ogni soggetto differisce per condizione fisica e per le conseguenze della malattia, con le possibili sequele che rendono ancor più necessario personalizzare il protocollo di lavoro.

In generale si prevede una singola sessione di training ha in media la durata di un’ora, in cui sono compresi 10’ di riscaldamento, 40’ di training effettivo e 10’ di raffreddamento (recupero) e Streching. Periodi più prolungati di esercizio non sono giustificati.

La durata complessiva del programma di training deve essere programmata in funzione degli obiettivi posti per ciascun paziente. I protocolli standard dei principali Centri italiani ed esteri prevedono da un minimo di 12 ad un massimo di 40 sessioni. Affinché si possano perseguire obiettivi concreti la durata ottimale non può essere comunque inferiore alle 4 settimane.

A seconda della stabilità clinica del paziente, della sua capacità di monitorare i parametri vitali e della sua abilità con l’attrezzatura in uso, esiste la possibilità di proseguire con delle sedute autonome.

In questo modo il paziente potrà portare avanti il programma creato per lui con i medesimi macchinari medicali specifici e negli stessi ambienti ma con notevole risparmio anche economico (le sedute autonome sono come degli ingressi “singoli” agli ambienti attrezzati del poliambulatorio). Esiste inoltre la possibilità di ulteriori controlli per chiarimenti, ampliamenti o cambiamenti nel proprio programma.

La fase autonoma è una fase studiata appositamente per venire in contro alle necessità del paziente che in questi casi abbisogna di periodi di “trattamento” piuttosto lunghi.