Protesi dell’anca: fisioterapia pre e post operatoria

Numerose patologie possono compromettere la funzionalità dell’anca, dando luogo all’insorgenza di dolore e limitazione funzionale.  L’artrosi dell’anca (coxartrosi) è l’evento patologico più frequente: è una malattia degenerativa cronica la cui evoluzione comporta un’usura progressiva della cartilagine.

La sostituzione dell’anca può essere sia totale (artroprotesi) che parziale (endoprotesi). L’intervento di endoprotesi è indicato per i pazienti molto anziani con fratture del collo del femore, ma con la cartilagine ancora sana; l’artroprotesi è invece adatto sia per i soggetti giovani che per gli anziani in buona salute.

Con lo sviluppo di nuove tecnologie sono state adottate tecniche mini-invasive che hanno ridotto  le complicanze postoperatorie e i tempi di riabilitazione.

La fisioterapia ha un ruolo centrale nel recupero dell’autonomia personale; è infatti importante effettuare un’educazione individuale con il fisioterapista già nel periodo preoperatorio, nel quale sono fornite al paziente tutte le indicazioni su come dovrà poi gestire la “nuova articolazione” nella fase iniziale e, in particolare, gli saranno illustrate posizioni, movimenti e abitudini da evitare.

Nell’immediato postoperatorio vi sarà una prima fase in cui il paziente è educato ad effettuare senza rischi gli spostamenti, le posizioni da tenere a letto, le istruzioni su come lavarsi e vestirsi con gli appositi utensili.

Una volta dimesso dall’ospedale, il paziente dovrà diminuire gradualmente l’utilizzo dei bastoni per poter tornare a deambulare senza l’aiuto di supporti. Per velocizzare la riabilitazione è fondamentale svolgere degli esercizi che mirino al potenziamento dei muscoli dell’anca e della coscia, all’allungamento muscolare e al recupero della massima mobilità articolare.

Le cure riabilitative potranno prevedere anche terapie come il linfo-drenaggio o  il massaggio cicatriziale, che serve a prevenire che si formino adesioni cicatriziali che possano incidere sul movimento. Nel caso di contratture antalgiche, sono utili le terapie decontratturanti, cioè tecniche mirate per l’allungamento dei muscoli contratti.

Generalmente dopo 30 giorni, e a 6 e 12 mesi dall’intervento, vengono effettuate le visite di controllo in cui il paziente deve portare una radiografia del bacino con una proiezione assiale dell’anca operata in modo da poter eseguire un confronto con la situazione precedente e valutare il funzionamento dell’impianto protesico.

 

Dott. Marco Segina

Responsabile della sezione Fisioterapia Ortopedica e Sport del Poliambulatorio Fisiosan con sede a Trieste e a Muggia.
Amministratore della Polisportiva Venezia Giulia SSDarl – con sezioni Volley, Basket, BodyBuilding, Pesistica, Corsa, MountainBike.
Laureato in Fisioterapia con Lode C/o Facoltà di Medicina e Chirurgia di Trieste e Vincitore del premio miglior tesi di Laurea in Italia nel 2008 (Una nuova Scala di Valutazione delle Lombalgie).

Altri titoli:
Master Universitario in ecografia muscoloscheletrica per fisioterapisti e podologi;
Master Universitario in Osteopatia;
Diploma di Osteopractor (American Academy of Manipulative Therapy);
Diploma di Chiroterapia e manipolazioni vertebrali (Manipulation Italian Academy);
Diploma di Preparatore Atletico;
McKenzie method (level A,B,C,D,E);
Stecco method (I e II livello);
Dry Needlig cert. (American Academy of ManipulativeTherapy);
Spinal Manipulation cert. (American Academy of Manual Therapy);
McGill method (I,II,III livello);
Documentarion based care certificate instructor;
Istruttore di Functional Trainig;
Personal Trainer;
Tecnogym Exercise specialist.