La panca a inversione nella gestione del mal di schiena

In molti negli ultimi anni hanno iniziato a proporre (grazie anche ai canali di vendita online e televisivi) e a usare di conseguenza vari modelli di “panche a inversione” come soluzione definitiva al mal di schiena.

Ci duole informarvi che non esistono studi che ad oggi documentino un effettivo sollievo nel medio-lungo termine dal mal di schiena cronico grazie a questo ausilio.

Lasciatemi condividere con voi il mio pensiero.

La terapia a inversione non è sicura per tutti.

In linea di massima è controindicata per chi soffre di ipertensione arteriosa, di glaucoma (aumentata pressione intraoculare) e di alcune forme di cardiopatia. Infatti quando si rimane capovolti a testa in giù per più di un paio di minuti, il battito cardiaco rallenta e aumenta la pressione sanguigna, soprattutto a livello encefalico, compresa la pressione all’interno dei bulbi oculari che cresce in modo drammatico. Per queste ragioni, non si deve utilizzare la terapia di inversione se si soffre di pressione alta, malattie cardiache, glaucoma, se si assumono terapie anticoagulanti e se si è a rischio aumentato di ictus e aneurisma cerebrale.

Ma che effetti ha sulla colonna vertebrale la panca a inversione?

In teoria, la panca a inversione, grazie all’effetto della forza di gravità, dovrebbe aumentare lo spazio tra le vertebre, ridurre la pressione alle radici nervose e ai dischi intervertebrali.

In effetti alcuni studi hanno dimostrato che i dischi subiscono un’“idratazione” o meglio, un aumento di spessore dopo una sessione di panca a inversione, ma questo non è per forza associato a un miglioramento dei sintomi. ANZI, in determinate patologie del disco questa maggior idratazione potrebbe tradursi in una maggiore erniazione del disco, in un aumento del dolore lombare e della rigidità, come avviene dopo la notte (periodo nel quale naturalmente i dischi intervertebrali tendono a reidratarsi generando la tipica rigidità e lombalgia mattutina dei soggetti con discopatia).

Inoltre, studi ben progettati sulla valutazione degli effetti della trazione spinale hanno scoperto che la tecnica risulta inefficace sia nel medio che nel lungo termine.

Tuttavia, alcune persone trovano la trazione temporaneamente benefica e non posso negar loro questa evidenza empirica.

panca inversione fisiosan fisioterapia

Bisogna però tener conto di alcuni fattori:

– La natura del dolore lombare

Esistono centinaia di cause di dolore lombare. Non sempre la decompressione è la soluzione, anzi: spesso la terapia più efficace risulta il rinforzo, la rieducazione motoria e del gesto, l’educazione al come muoversi e come utilizzare correttamente la colonna, tutte terapie che non possono essere sostituite da 5 minuti a testa in giù.

– Il carico risulta più bio stimolante del riposo

Vi sono recenti evidenze che mostrano come la corsa (fino a qualche anno fa sconsigliata) così come il cammino e di conseguenza determinati tipi di stimolo in carico e in movimento abbiano effetti rigenerativi nel medio-lungo termine sulle degenerazioni discali. Sappiamo inoltre che il riposo non è mai efficace come cura per il mal di schiena: generalmente le persone più riducono le proprie attività e più tendono a cronicizzare e a ridurre il loro livello di funzionalità (forza, mobilità) aumentando sia la disabilità che la paura del movimento entrando in un circolo vizioso.

– La maggior idratazione in determinate situazioni è un fattore di rischio

Diversi autori (McGill) hanno evidenziato come vi sia un maggior rischio di infortunio nei soggetti che si allenano con i pesi al mattino (appena svegli) rispetto a quelli che si allenano alla sera. Questa correlazione è stata argomentata dall’autore con il fatto che (come dicevamo sopra) al mattino i dischi intervertebrali risultano più spessi e idratati (processo che avviene appunto con la trazione, la decompressione e il sonno) e ne consegue che in caso di movimenti in flessione/inclinazione/rotazione fuori dal normale assetto vi sia un aumento maggiore di pressione intradisale con una conseguente maggior rischio di lesione dell’anulus e relativa ernia o protrusione discale.

– I dischi delle persone anziane non subiscono questo effetto

Ci sono altri studi che purtroppo dimostrano che questo effetto sia più evidente nelle persone giovani e sia man mano meno evidente nelle persone anziane.

Conclusioni

La panca a inversione non è una strategia efficace nel ridurre il dolore lombare (non meglio definito) nel medio-lungo termine, non è una tecnica priva di rischi. Tuttavia potrebbe essere uno strumento interessante da sfruttare soprattutto in fase acuta e sub-acuta (se ne siete in possesso) sotto la guida di un fisioterapista, dopo esservi fatti educare e aver iniziato un percorso riabilitativo multimodale. Ma di certo non suggerisco di acquistarla se non ne siete in possesso (esistono alternative più efficaci e più economiche).

ESERCIZIO: per ottenere una decompressione del disco e delle radici nervose (sempre se queste siano effettivamente responsabili del vostro dolore).

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dott. Ft. Marco SeginaIMG_7873

Resposabile della sezione Fisioterapia Ortopedica e Sport del Poliambulatorio Fisiosan.

-Laureato in Fisioterapia con Lode C/o Facoltà di Medicina e Chirurgia di Trieste

-Diploma di Preparatore Atletico riconosciuto CONI

– Diploma Osteopractor (AAMT- Usa)

-McKenzie method (level A,B,C,D,E)

-Stecco method (I e II livello)

-Dry Needlig cert. (American Academy of Manipulative Therapy)

-Spinal Manipulation cert. (American Academy of Manipulative Therapy)

-McGill method (I – III livello)

-Documentarion Based Care certificated Instructor – Finland

-Istruttore di Functional Trainig

-Personal Trainer

-Tecnogym Exercise specialist

 

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