Contratture e Spasmi muscolari

Contratture muscolari: eventi protettivi o lesivi?

La contrattura muscolare, (o meglio la contra­zione involontaria ed eccessivamente protratta di un muscolo o di un grup­po di muscoli) è dovuta all’iperattività delle unità motorie o all’ipereccitabilità di fibre e riflessi muscolari ed è di facile riscontro nella pratica sportiva.

Lo stimolo primario della contrattura muscolare è rappresentato da dolore e/o da stress esagerato, ma anche da un elongazione eccessiva di un muscolo (particolarmente frequente nella pratica sportiva), nel caso di turbe funzionali o dinamiche, come la mai distribuzione del carico di un’articolazione o sulla colonna vertebrale.

La contrattura muscolare è essen­zialmente una reazione di protezio­ne volta a prevenire o limitare il dan­no, ma può facilmente degenerare in un circolo vizioso “dolore-contrattura muscolare-dolore” 

In questo caso, la contrattura musco­lare perde il suo significato protettivo e richiede un intervento te­rapeutico. Fortunatamente, il circolo vizioso non si mantiene all’infinito, altrimenti si tradurrebbe in un danno tessutale. È fatto ampia­mente noto, per esperienza clinica quotidiana, che questo quadro è auto-limitante nella maggior parte degli epi­sodi da poche ore a poche settimane, secondo l’eziologia.

SEGNI E SINTOMI

I principali sintomi associati allo spa­smo muscolare sono:

  • dolore, che nella contrattura musco­lare protratta è continuo, sordo, accom­pagnato da una sensazione di sofferen­za diffusa, che viene avvertita in profon­dità; inoltre i muscoli colpiti da spasmo sono mag­giormente dolenti alla palpazione;
  • rigidità o immobilizzazione, poiché la funzione principale dello spasmo muscolare è quella di proteggere la porzione colpita da ulteriori danni, l’ar­ticolazione o il segmento di colonna vertebrale interessati diventano rigidi e immobili;
  • tensione, come conseguenza della contrattura protratta il muscolo risulta teso, indurito e dolente alla palpazione;
  • postura anomala, che si instaura in alcuni casi, in presenza di dolore e spa­smo muscolare, se i sintomi sono uni-o

Qualsiasi alterazione dolorosa del­l’apparato muscoloscheletrico, se di sufficiente gravità, può associarsi a spasmo muscolare reattivo dei musco­li correlati.

CAUSE

Le contratture muscolari nei praticanti attività sportiva possono essere causate da:

  • patologie vertebrali/discali, rappresentate da stati dolorosi della colonna verte­brale, spesso caratterizzate da contrat­ture muscolari e riduzione della capaci­tà di movimento nel segmento spinale interessato (cervicale, dorsale, lom­bare); in questi casi spesso la contrattura è “di difesa” e si risolve con la risoluzione della causa scatenante, in questi casi se la contrattura si manifesta più volte e ripetutamente è meglio farsi valutare per cercare di risolverla in maniera definitiva. Non trattando quindi solamente la contrattura stessa che va considerata un sintomo piuttosto, ma ricercando e trattando la causa scatenante.
  • sindromi radicolari, caratterizzate da segni e sintomi dati da compressio­ne o irritazione radicolare, come il do­lore acuto nel territorio della radice sensitiva interessata, deficit sensitivo segmentale, debolezza muscolare iso­lata, spasmo muscolare e alterazione dei riflessi nelle aree di innervazione delle radici colpite;
  • artropatie, in questo caso le altera­zioni articolari possono essere accom­pagnate da spasmi dolorosi dei musco­li associati;
  • anomalie posturali, come ipercifosi, dorso piatto, iperlordosi, scoliosi sono potenzialmente in grado di provocare sovraccarichi su legamenti, muscoli e dischi vertebrali con indebolimento o accorciamento di gruppi muscolari e conseguenti contratture;
  • traumi muscolari dovuti a un uso troppo intenso e/o troppo prolungato di un muscolo, (od a contusioni) che ne esaurisce le ri­sorse metaboliche e manda in tilt i meccanismi di contrazione e rilassa­mento, indispensabili per il movimento o l’esecuzione di un gesto brusco o anche l’applicazione di un carico eccessivo durante il movimento, per i quali il mu­scolo è impreparato. Queste lesioni si osservano fra coloro che praticano di­scipline sportive che prevedono uno sforzo muscolare di tipo esplosivo (baseball, calcio, calcetto, corsa, rugby, salto, sollevamento pesi eccetera); il dolore al muscolo interessato può es­sere più o meno intenso e influisce ne­gativamente sull’efficienza di quest’ul­timo.
  • Alterazioni biochimiche , endocrine e patologie sistemiche : qualora le contratture siano diffuse, compaiano senza motivo apparente, con crampi, tensioni e/o dolore diffuso a più distretti le cause potrebbero essere differenti ed un inquadramento medico/clinico risulta indispensabile. Ad esempio, sono causa associata di contrattura muscolare secondaria o riflessa anche alcuni reumatismi (patologie reumatiche), la fibro­mialgia,  le sindromi miofasciali, condizioni di di­sidratazione generale dell’organismo e squilibri elettrolitico e lo stress emotivo (per l’aumentata produzione di adrena­lina e noradrenalina che accrescono la tensione muscolare).

TRATTAMENTO

La terapia delle contratture è indiriz­zata essenzialmente a ridurre i sintomi (in particolare, il dolore) e l’infiamma­zione più o meno marcata che ll sostie­ne, a favorire il rilassamento del distret­to muscolare coinvolto e a supportare la ripresa precoce del movimento, che rappresenta una vera e propria terapia in tutti i casi di trauma muscolare co­mune (senza lesione).

Spesso una strategia domiciliare per ridurre contem­poraneamente la contrattura mu­scolare e il dolore che la accompagna è basata sull’applicazione locale di calore, attraverso impacchi caldi anche se in alcuni casi anche il Freddo sembra a portare benefici. Dal punto di vista scientifico non vi sono evidenze di rilievo a supporto di una o l’altra metodica, io suggerisco in generale di provare in una direzione (caldo come prima scelta) e se peggiorasse con il caldo anziché migliorare provare con il freddo.

Altre metodiche utili sono

  • esercizi di mobilità attiva (che non evochino disagio); sono da preferire al­lo stretching passivo che, se fatto in modo non corretto, potrebbe indurre o aggravare un’eventuale lesione non identificata.
  • cicli di contrazione/rilasciamento utilizzati nella cura delle sindromi mio-fasciali. Viene fatto raggiungere al mu­scolo il grado di allungamento massi­mo, ma senza spasmo e senza dolore. A questo punto si richiede una contrazio­ne isometrica contro una resistenza opposta dall’esterno di circa 5 secondi di intensità, pari al 25% della massima forza esprimibile;
  • Terapia manuale e Fasciale: con determinate tecniche si ottiene la liberazione degli spasmi e ripristino dello scorrimento muscolofasciale sottocutaneo.
  • IASTM (instrument assisted soft tissue mobilization) usando attrezzi come dei ganci o delle coppette si aumenta l’effetto della terapia manuale nel ripristinare il movimento sottocutaneo connettivale. Queste tecniche vengono scelte dal fisioterapista in base al quadro clinico.

Conclusioni

Il mio consiglio è comunque sempre quello di farsi valutare da un clinico esperto qualora questi quadri di dolore- con sensazione di contrattura si associno a una fitta acuta durante uno sforzo (spesso presagio di una lesione muscolare franca da trattare in tutt’altro modo) o in caso i sintomi si protraessero per più di 5gg o si ripresentassero ciclicamente.

Inoltre come abbiamo visto le contratture spesso possono essere solo conseguenti a cause primarie da ricercare altrove, in questi casi i trattamenti sulla contrattura risulteranno inefficienti e poco duraturi, suggerendoci che la diagnosi iniziale non era precisa e che le cause andranno ricercate altrove.

 

Dott. Marco Segina

Responsabile della sezione Fisioterapia Ortopedica e Sport del Poliambulatorio Fisiosan con sede a Trieste e a Muggia.
Amministratore della Polisportiva Venezia Giulia SSDarl – con sezioni Volley, Basket, BodyBuilding, Pesistica, Corsa, MountainBike.
Laureato in Fisioterapia con Lode C/o Facoltà di Medicina e Chirurgia di Trieste e Vincitore del premio miglior tesi di Laurea in Italia nel 2008 (Una nuova Scala di Valutazione delle Lombalgie).

Altri titoli:
Master Universitario in ecografia muscoloscheletrica per fisioterapisti e podologi;
Master Universitario in Osteopatia;
Diploma di Osteopractor (American Academy of Manipulative Therapy);
Diploma di Chiroterapia e manipolazioni vertebrali (Manipulation Italian Academy);
Diploma di Preparatore Atletico;
McKenzie method (level A,B,C,D,E);
Stecco method (I e II livello);
Dry Needlig cert. (American Academy of ManipulativeTherapy);
Spinal Manipulation cert. (American Academy of Manual Therapy);
McGill method (I,II,III livello);
Documentarion based care certificate instructor;
Istruttore di Functional Trainig;
Personal Trainer;
Tecnogym Exercise specialist.