Scoliosi: come le nostre conoscenze sono cambiate e perché oggi l’esercizio e lo sport sono fondamentali

Scoliosi come le nostre conoscenze sono cambiate e perché oggi l’esercizio e lo sport sono fondamentali

Fino a pochi decenni fa, la scoliosi idiopatica, una deviazione laterale della colonna vertebrale che compare in età evolutiva senza una causa identificabile, veniva trattata quasi esclusivamente con busti ortopedici, riposo e stretching generico. Il movimento era spesso visto come un nemico, e ai ragazzi si consigliava di limitare le attività sportive per “non peggiorare la schiena”.

Oggi, grazie a studi scientifici di alta qualità, sappiamo che questa visione è superata. Non solo il movimento non peggiora la scoliosi, ma può addirittura migliorare gli esiti clinici e ridurre la progressione della curva spinale. Vediamo insieme come siamo arrivati a questa nuova consapevolezza.

 

1. Da busto e riposo a movimento e attività

In passato, il busto era considerato l’unico strumento efficace per evitare il peggioramento della scoliosi nei giovani, soprattutto nei casi con curve oltre i 20-25° Cobb. L’attività fisica era tollerata con cautela, spesso limitata a pochi sport a basso impatto.

Ma uno studio del 2022 pubblicato sull’European Spine Journal ha cambiato radicalmente la prospettiva. Questo lavoro, condotto su 785 adolescenti con scoliosi idiopatica (AIS) in trattamento con busto ortopedico a tempo pieno (TLSO), ha confrontato due gruppi: chi praticava sport almeno due volte a settimana (gruppo SPORT) e chi lo faceva una volta o meno (gruppo CONTROLLO).

Dopo 18 mesi, il gruppo SPORT aveva una probabilità di miglioramento del 59% più alta (odds ratio 1,59) rispetto al gruppo CONTROLLO, e questa probabilità cresceva ulteriormente all’aumentare della frequenza sportiva settimanale (odds ratio 1,20 per ogni sessione sportiva aggiuntiva).

Un dato fondamentale emerso da questo studio è che anche indossando il busto 20 ore al giorno, i ragazzi potevano continuare a praticare sport, traendone benefici non solo psicologici e sociali, ma anche clinici (Negrini A et al., 2022).

 

2. Lo sport come fattore protettivo nei casi lievi

Un altro studio fondamentale del 2023, pubblicato sull’European Journal of Physical and Rehabilitation Medicine, ha esaminato 511 adolescenti con scoliosi idiopatica lieve (11-25° Cobb), seguiti per 12 mesi senza busto, ma solo con monitoraggio clinico.

Qui il risultato è stato sorprendente: i ragazzi che non praticavano sport avevano un rischio di progressione della curva del 57% più alto (relative risk 1,57) e un rischio di arrivare a dover portare il busto dell’85% più alto (relative risk 1,85) rispetto a chi faceva attività fisica regolare. Inoltre, la progressione diminuiva progressivamente con l’aumento della frequenza settimanale delle attività sportive (Negrini A et al., 2023).

Lo studio ha incluso sport di varia natura — nuoto, danza, calcio, ginnastica, arti marziali — e ha confermato che lo sport amatoriale, non agonistico, può essere raccomandato in sicurezza ai ragazzi con scoliosi lieve, senza il rischio di peggiorare la situazione.

 

3. L’importanza della fisioterapia specifica

Oltre allo sport generico, gli esercizi fisioterapici specifici per scoliosi (PSSE), come quelli proposti secondo il metodo SEAS (Scientific Exercise Approach to Scoliosis), sono oggi una componente fondamentale del trattamento conservativo. Gli studi hanno dimostrato che questi esercizi riducono la necessità di ricorrere al busto e migliorano la qualità della vita, soprattutto se integrati precocemente (Monticone M et al., 2014; Romano M et al., 2013).

 

4. Perché affidarsi a un centro specializzato

La scoliosi non è solo una questione “di numeri”: ogni paziente ha caratteristiche uniche che richiedono un approccio su misura. Nel nostro centro abbiamo scelto un approccio multidisciplinare, in cui fisiatri, fisioterapisti, ortopedici, tecnici ortopedici e psicologi collaborano per costruire il piano di trattamento più adatto a ogni ragazzo.

La nostra esperienza ci ha mostrato che questa sinergia è la chiave per ottenere risultati ottimali: migliorare la curva spinale, mantenere una buona qualità di vita e aiutare i ragazzi a vivere serenamente la loro adolescenza.

 

5. Messaggio finale per genitori e ragazzi

Oggi sappiamo che movimento e sport sono preziosi alleati nel percorso di trattamento della scoliosi. Vietare lo sport non solo è inutile, ma può essere dannoso sul piano fisico ed emotivo. Il consiglio migliore è affidarsi a un team esperto che sappia integrare busto quando indicato, programmare fisioterapia e gestire lo sport in un programma completo e personalizzato.

 

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Riferimento bibliografico

 

 

Dott. Marco Segina

Responsabile della sezione Fisioterapia Ortopedica e Sport del Poliambulatorio Fisiosan con sede a Trieste e a Muggia.
Amministratore della Polisportiva Venezia Giulia SSDarl – con sezioni Volley, Basket, BodyBuilding, Pesistica, Corsa, MountainBike.
Laureato in Fisioterapia con Lode C/o Facoltà di Medicina e Chirurgia di Trieste e Vincitore del premio miglior tesi di Laurea in Italia nel 2008 (Una nuova Scala di Valutazione delle Lombalgie).

Altri titoli:
Master Universitario in ecografia muscoloscheletrica per fisioterapisti e podologi;
Master Universitario in Osteopatia;
Diploma di Osteopractor (American Academy of Manipulative Therapy);
Diploma di Chiroterapia e manipolazioni vertebrali (Manipulation Italian Academy);
Diploma di Preparatore Atletico;
McKenzie method (level A,B,C,D,E);
Stecco method (I e II livello);
Dry Needlig cert. (American Academy of ManipulativeTherapy);
Spinal Manipulation cert. (American Academy of Manual Therapy);
McGill method (I,II,III livello);
Documentarion based care certificate instructor;
Istruttore di Functional Trainig;
Personal Trainer;
Tecnogym Exercise specialist.