Sport e scoliosi: miti, evidenze e consigli pratici

Sport e scoliosi miti, evidenze e consigli pratici

Qual è davvero lo sport migliore per la scoliosi? E quali è giusto evitare? (aggiornamento 2025)

 

La scoliosi idiopatica dell’adolescente (AIS) interessa tra l’1% e il 3% dei ragazzi tra 10 e 18 anni, con un rapporto femmine/maschi che può raggiungere 8:1 nei casi più severi.[1][2]

In Italia si stimano oltre 450.000 adolescenti con una scoliosi attiva, e più di 30.000 nuove diagnosi ogni anno con curve superiori ai 10° Cobb.[3]

La maggior parte delle scoliosi rimane lieve, ma circa il 10–15% progredisce oltre i 30°, e una piccola quota richiede corsetto o intervento chirurgico.[4]

Per decenni una domanda ha orientato scelte, paure e consigli medici: “Qual è lo sport migliore – o più pericoloso – per la scoliosi?”

La risposta nel tempo è cambiata radicalmente. Oggi, grazie a studi molto più solidi, è possibile dare indicazioni chiare, basate su prove scientifiche e non più su opinioni.

 

Anni ’90: il mito del nuoto come ‘cura’ per la scoliosi

Fino ai primi anni 2000, il nuoto veniva considerato la soluzione ideale: assenza di gravità, simmetria dei movimenti, miglioramento respiratorio.

Era però una convinzione basata su case report e opinioni di esperti, non su studi controllati.[5]

Successivamente è emerso che:

  • il nuoto agonistico, soprattutto stile libero e farfalla, è associato ad appiattimento della cifosi toracica e maggiore prevalenza di dolore lombare nelle atlete;[6][7]
  • il nuoto ricreativo, invece, non migliora né peggiora la scoliosi in modo significativo.[8]

In sintesi: il nuoto non è una terapia per la scoliosi, ma non è nemmeno dannoso se fatto a livello non agonistico; in generale, è meglio evitare di praticarlo a livello agonistico.

 

Anni 2000–2010: il passaggio verso gli sport in carico

Con il consolidarsi della legge di Wolff e degli studi sulla densità ossea, l’attenzione si è spostata sugli sport weight-bearing: basket, corsa, pallavolo, danza moderna, ciclismo.

Le linee guida SOSORT 2005 e 2011 iniziano a raccomandare attività fisica in carico per stimolare la crescita vertebrale e supportare la stabilità della colonna.[9][10]

Parallelamente emergono dati preoccupanti sulle agoniste di ginnastica artistica e ritmica:

  • prevalenza di scoliosi fino al 24–30%,
  • rischio 12 volte superiore alla popolazione generale,[11]
  • fattori predisponenti: iperlassità, ritardo puberale e carichi asimmetrici.[12]

Attenzione: negli studi si parla della “Female Athlete Triad” (la “triade dell’atleta femminile”), una condizione medica caratterizzata dalla combinazione di: bassa disponibilità di energia, disfunzione mestruale (come periodi irregolari o assenti) e bassa densità minerale ossea. Oggi questa condizione medica è considerata parte di una condizione più ampia chiamata Deficienza Energetica Relativa nello Sport (RED-S). In questo caso non si tratta però della “female athlete triad” classica, ma di una triade specifica per la scoliosi descritta in letteratura.

2016–2025: la rivoluzione delle grandi revisioni sistematiche

Negli ultimi anni le evidenze sono diventate molto più solide. Le meta-analisi 2016–2025 hanno completamente cambiato la narrativa.

 

  1. Attività fisica regolare

L’attività fisica regolare riduce il rischio di progressione della scoliosi.

  • Riduzione del rischio del 37% (RR 0,63).[13]
  • Riduzione significativa della necessità di corsetto.[14]

 

  1. Uso di corsetto in adolescenza

Gli adolescenti con corsetto che fanno sport migliorano di più.

In una coorte di 785 ragazzi in trattamento ortesico, chi praticava sport 3 volte/settimana, o più, aveva:

  • 2,5 volte più probabilità di migliorare la curva di almeno 5° Cobb a 18 mesi.[15]

 

  1. Yoga, core training e attività ricreative migliorano la curva

Le network meta-analisi 2023–2025 mostrano che:

  • Yoga: miglioramento medio 3–5° Cobb
  • Core training: 3–5° Cobb
  • Anche basket, ciclismo e nuoto ricreativo offrono benefici posturali e funzionali.[16][17]

 

  1. Nessuna differenza tra sport simmetrici e asimmetrici

Se praticati a livello non agonistico, non vi è differenza nel rischio di progressione della scoliosi.[18]

 

  1. Ginnastica artistica e danza non sono più ‘vietate’

Se integrate con programmi scoliosi-specifici (auto trattamenti fisioterapici come SEAS, Schroth), il rischio non aumenta rispetto ai pari età non sportivi.[19]

 

Il ruolo cruciale della fase di crescita (Risser 0–2)

Uno degli aspetti meno discussi ma più importanti:

  • Lo sport ha il massimo impatto positivo nella fase di crescita rapida, quando la colonna è più modellabile (tendenzialmente prima pre-puberale e prima del picco di crescita maggiore).
  • Dopo il Risser 4–5, lo sport resta essenziale per forza, postura, respirazione e benessere generale… ma influisce molto meno sulla progressione strutturale della curva.

Questo è un messaggio fondamentale per genitori e adolescenti.

 

Sport e scoliosi: cosa dicono oggi le linee guida (SOSORT 2025)

  1. Qualunque attività è meglio della sedentarietà

Evidenza moderata-alta.

Il rischio reale non è lo sport “sbagliato”, ma la sedentarietà.

 

  1. Non esiste uno sport migliore in assoluto

La scelta va personalizzata sulla base di:

  • età
  • grado della curva
  • pattern (toracica, lombare, doppia curva)
  • maturità scheletrica
  • preferenze del ragazzo

 

  1. Sport ad alto impatto o torsione estrema non sono più vietati a priori

Rugby, wrestling, ginnastica artistica possono essere praticati, soprattutto se:

  • non a livello élite
  • seguiti con attenzione
  • abbinati a PSSE e monitoraggio radiografico

 

  1. Lo sport non sostituisce i PSSE, ma li amplifica

Le revisioni 2023–2025 mostrano che:

SPORT + ESERCIZI SPECIFICI PER LA SCOLIOSI (PSSE) → 45–60% in meno di progressione rispetto ai soli esercizi per la scoliosi SchrothSEAS, FITS, e metodo Lionese)

 

Conclusione: consigli che uniscono scienza ed esperienza clinica

In 25 anni di lavoro sulla colonna vertebrale abbiamo visto passare:

  • l’epoca del “nuoto come cura”,
  • quella del “vietato tutto tranne la camminata” e quella del “meglio gli sport in carico”.

Oggi sappiamo che non esiste uno sport migliore in assoluto, ma esiste lo sport migliore per quel ragazzo, in quella fase della sua crescita, con quella curva specifica.

L’approccio corretto è quello più individualizzato e integrato:

Evidenze aggiornate unite a esperienza clinica portano a una decisione personalizzata.

Se vuoi una valutazione scoliosi-specifica che consideri sia le linee guida internazionali sia ciò che abbiamo imparato nella nostra pratica clinica, prenota una visita con noi.

 

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Bibliografia 

  1. Konieczny MR, Senyurt H, Krauspe R. Epidemiology of adolescent idiopathic scoliosis. J Child Orthop. 2013;7(1):3-9.
  2. Weinstein SL, Dolan LA, Cheng JCY, Danielsson A, Morcuende JA. Adolescent idiopathic scoliosis. Lancet. 2008;371:1527-37.
  3. Negrini S, Donzelli S, Aulisa AG, et al. 2016 SOSORT guidelines. Scoliosis Spinal Disord. 2018;13:3.
  4. Weinstein SL, Dolan LA, Spratt KF, et al. Natural history of untreated idiopathic scoliosis. JAMA. 2003;289:559-67.
  5. von Strempel A, Scholz M, Daentzer D. Sports and scoliosis. Orthopade. 1990;19:191-7.
  6. Zaina F, Donzelli S, Lusini M, Minnella S, Negrini S. Swimming and spinal deformities. J Pediatr. 2015;166:163-7.
  7. Zaina F, Donzelli S, Lusini M, Minnella S, Negrini S. Reply. J Pediatr. 2015;166:1547-8.
  8. ISICO. Scoliosis: dance and swimming. Yes or no? 2020.
  9. Weiss HR, Negrini S, et al. SOSORT guidelines (2006). Scoliosis. 2006;1:5.
  10. Negrini S, Aulisa AG, Aulisa L, et al. SOSORT guidelines (2011). Scoliosis. 2012;7:3.
  11. Tanchev PI et al. Scoliosis in rhythmic gymnasts. Spine. 2000;25:1367-72.
  12. Dar G et al. Hyperlaxity and low bone mass predispose gymnasts to scoliosis. Sci Rep. 2025;15:22827.
  13. Guan Y, et al. Physical activity and AIS: systematic review. Front Sports Act Living. 2025;7:1644314.
  14. Negrini A, Donzelli S, et al. Sports participation reduces progression. Eur J Phys Rehabil Med. 2023;59:222-7.
  15. Negrini A, Poggio M, et al. Sport improves bracing outcomes. Eur Spine J. 2022;31:2994-9.
  16. Wang L, et al. Network meta-analysis of scoliosis-specific exercises. Arch Phys Med Rehabil. 2023;104:1672-83.
  17. Zhu H, et al. Exercise therapy in AIS: network meta-analysis. Front Med. 2025;12:1708970.
  18. Maffulli N, Kenanidis EI, Potoupnis ME, Papavasiliou KA, Sayegh FE. AIS in athletes. Phys Sportsmed. 2010;38:165-70.
  19. Dech S, Hellriegel T, Kittel R. Scoliosis-specific exercises during bouldering vs physiotherapy. Global Spine J. 2025.

 

Dott. Marco Segina

Responsabile della sezione Fisioterapia Ortopedica e Sport del Poliambulatorio Fisiosan con sede a Trieste e a Muggia.
Amministratore della Polisportiva Venezia Giulia SSDarl – con sezioni Volley, Basket, BodyBuilding, Pesistica, Corsa, MountainBike.
Laureato in Fisioterapia con Lode C/o Facoltà di Medicina e Chirurgia di Trieste e Vincitore del premio miglior tesi di Laurea in Italia nel 2008 (Una nuova Scala di Valutazione delle Lombalgie).

Altri titoli:
Master Universitario in ecografia muscoloscheletrica per fisioterapisti e podologi;
Master Universitario in Osteopatia;
Diploma di Osteopractor (American Academy of Manipulative Therapy);
Diploma di Chiroterapia e manipolazioni vertebrali (Manipulation Italian Academy);
Diploma di Preparatore Atletico;
McKenzie method (level A,B,C,D,E);
Stecco method (I e II livello);
Dry Needlig cert. (American Academy of ManipulativeTherapy);
Spinal Manipulation cert. (American Academy of Manual Therapy);
McGill method (I,II,III livello);
Documentarion based care certificate instructor;
Istruttore di Functional Trainig;
Personal Trainer;
Tecnogym Exercise specialist.