Come abbiamo già discusso per la lordosi lombare, anche la curva fisiologica della colonna cervicale, la lordosi, rappresenta un elemento biomeccanico essenziale per la distribuzione dei carichi, la mobilità del capo e la gestione dello sguardo.
Quando tale curva si riduce (rettilineizzazione) o addirittura si inverte (cifosi cervicale), emergono interrogativi clinici importanti: esiste davvero una correlazione con il dolore cervicale e le protrusioni/ernie discali? È possibile intervenire efficacemente per “ripristinare” la lordosi? Quali strategie riabilitative risultano maggiormente supportate dalla letteratura?
In questo articolo, esploriamo le evidenze, i miti e le verità, e vi parlo di quelli che sono i protocolli riabilitativi più efficaci e validati dal punto di vista scientifico, sottolineando l’importanza di un approccio d’equipe (fisiatra/ortopedico, fisioterapista, neurologo se necessario, ad esempio in presenza di cefalee da regione cervicale superiore) e della personalizzazione del percorso.
Che cos’è la lordosi cervicale e che cosa intendiamo per “rettilineizzazione”
La lordosi cervicale è la curvatura naturale convessa in avanti della colonna cervicale (tipicamente da C2 a C7) in posizione eretta, che facilita la funzione biomeccanica e neurale della regione. In letteratura, valori “normali” sono stati proposti attorno a 31°-40° ° per l’angolo C2–C7. ¹ ²
Per “rettilineizzazione” (o rettificazione) della lordosi cervicale intendiamo una riduzione sostanziale di questa curva verso valori molto più bassi (es. <20°) o addirittura un allineamento quasi diritto della colonna cervicale. Questa condizione può essere definita anche “loss of cervical lordosis”, “straightening of cervical spine”, oppure “military neck” in caso di inversione.³
Nel linguaggio clinico, si considerano anche alterazioni come la cifosi cervicale (curva invertita) o l’“S-type” cervicale, benché siano meno frequenti nei soggetti adulti senza patologie complesse.⁴

Correlazione tra rettilineizzazione cervicale e protrusioni cervicali
Evidenze sulla correlazione con il dolore cervicale
- In uno studio di Grob D et al. (2006) su soggetti over 45 anni, si osservò che alterazioni della lordosi cervicale erano presenti nei pazienti con dolore cervicale. ⁵
- In un altro studio di McAviney J et al. (2005) risulta che un angolo lordotico < 20° era statisticamente associato a dolore cervicale (range “clinico normale” 31°-40°) ²
- Uno studio recente (Lim J et al., 2023) ha evidenziato pattern muscolari alterati (elettromiografia) nei soggetti con perdita di lordosi cervicale rispetto a controlli: questo suggerisce un meccanismo di sovraccarico muscolare che può generare dolore. ⁶
- Tuttavia, le evidenze non sono unanimemente concordi: alcune ricerche non trovano una correlazione forte tra perdita di lordosi e sintomatologia dolorosa in soggetti anziani e/o cronici. ⁵ ⁷
Pertanto: possiamo affermare che la rettilineizzazione cervicale può essere un fattore di rischio per il dolore cervicale, ma non una condizione sempre sufficiente da sola.
Evidenze sulla correlazione con protrusioni/ernie cervicali
- Lo studio di Gao K et al. (2019) su 300 pazienti giovani (<40 anni) con dolore cervicale ha mostrato che la lordosi ridotta (o spina rettilinea/kyphosis) era inversamente correlata al grado di ernia discale e compressione spinale: i gruppi “straight” o “kyphosis” mostravano valori di ernia significativamente maggiori rispetto al gruppo con lordosi. Inoltre, nei pazienti che miglioravano la curva lordotica nel tempo era associato un miglioramento dell’ernia e dell’altezza del disco.⁸
- Uno studio indonesiano (Widyasari et al., 2021) su 67 pazienti con dolore cervicale cronico ha trovato correlazione significativa (r = –0,259) tra perdita di lordosi e severità della protrusione discale.⁹
- In termini di degenerazione discale cervicale in generale, è noto che la perdita di altezza del disco, disidratazione del nucleo e alterazioni delle faccette articolari fanno parte della degenerazione discale cervicale (DDD) che può essere favorita da alterazioni dell’allineamento sagittale.¹⁰
In sintesi: una curva cervicale compromessa (rettilineizzata o invertita) può facilitare la comparsa/progressione di protrusioni/ernie e degenerazione discale.
Degenerazioni discali e articolari più comuni nella rettilineizzazione della curva cervicale
Le alterazioni dell’allineamento sagittale cervicale possono modificare la biomeccanica del rachide, incrementando gli stress sui dischi intervertebrali, sulle articolazioni uncovertebrali, sulle faccette posteriori e sui legamenti. Alcune osservazioni clinico-radiologiche importanti:
- Nei soggetti con lordosi ridotta si riscontra un maggior grado di ernia discale e compressione midollare, come indicato da Gao et al.⁸
- La “degenerative disc disease” cervicale (DDD) si manifesta con disidratazione del nucleo pulposo, riduzione dell’altezza del disco, osteofitosi end-plate, sclerosi e artrosi delle faccette articolari.¹⁰
- La perdita della curva lordotica può accelerare la progressione degenerativa: la colonna perde la capacità di smorzare i carichi verticali e trasmette forze maggiori ai dischi anteriori e posteriori, con aumento del carico sulle faccette.¹¹
- Alcune evidenze suggeriscono che la rettilineizzazione della curva possa essere la manifestazione precoce della degenerazione cervicale (più che la causa unica) nella cascata “disfunzione → instabilità → stabilizzazione” descritta per il disco.¹⁰
Quindi, nel contesto clinico del rachide cervicale, trovare una lordosi ridotta non significa solo “postura scorretta”, ma un potenziale elemento all’interno del continuum degenerativo.
In conclusione, come già accennato, una perdita della lordosi è un fattore predisponente a una maggior degenerazione dei dischi intervertebrali, una più probabile insorgenza di ernie del disco nel tratto cervicale ed una precoce artrosi.
Cause e fattori predisponenti della rettilineizzazione cervicale
La rettilineizzazione della lordosi cervicale può derivare da diverse cause o loro combinazione:
- Congenite: alcuni soggetti presentano una curva cervicale meno pronunciata fin dall’età adulta, per vari motivi anatomici o genetici; tuttavia la grande variabilità della curva cervicale nella popolazione è stata sottolineata da Zhang Z et al. (2024) che propongono nuove classificazioni dell’allineamento cervicale.⁴
- Posturali / abitudini di vita: posture prolungate con capo flesso, lavoro al computer con “head-forward posture”, uso intensivo di dispositivi mobili, scarso movimento della colonna e ridotta attività fisica favoriscono un adattamento strutturale verso la riduzione della curva. Il noto “computer neck” o “tech neck” è un classico esempio.¹²
- Traumatiche: esiti di colpi di frusta (whiplash), microtraumi cervicali ripetuti o distorsioni cervicali possono generare contratture muscolari croniche, alterazioni legamentose e uno “spasmo protettivo” che progressivamente determina una perdita della curva lordotica.³
- Degenerative: come già accennato, la degenerazione discale e articolare può essere simultanea o successiva alla perdita di curva, a formare un circolo vizioso.
Pertanto, è importante considerare la rettilineizzazione come multifattoriale, con implicazioni per la stratificazione del rischio, la valutazione e la pianificazione terapeutica.
Miti e Verità
Mito: “Una lordosi cervicale ridotta significa automaticamente dolore grave”.
Verità: Non necessariamente. Molti soggetti con lordosi al di fuori del range “normale” sono asintomatici; tuttavia, la curva ridotta rappresenta un fattore di rischio e una potenziale area di vulnerabilità.² ⁵ ⁷
Mito: “Ripristinare la curva lordotica risolve sempre il dolore cervicale”.
Verità: Il miglioramento della curva può supportare il miglioramento clinico, ma va inserito in un approccio globale (mobilità, rinforzo, posturale, ergonomia): da solo non è sufficiente.⁸
Mito: “Trazione cervicale o manipolazioni da sole ripristinano la lordosi e risolvono tutto”.
Verità: L’evidenza più solida supporta l’uso di trazione in estensione in combinazione con esercizio terapeutico e rinforzo muscolare; le sole manipolazioni o trazioni isolate hanno risultati più modesti e spesso non duratori.
Mito: “La rettilineizzazione è sempre conseguenza della postura scorretta”.
Verità: Può essere, ma non solo: fattori congeniti, degenerativi e traumatici possono anch’essi essere protagonisti. Occorre una valutazione individuale completa.
Protocollo riabilitativo: indicazioni pratiche
Nel nostro centro, alla luce della letteratura scientifica e della nostra esperienza venticinquennale nella gestione dei disturbi del rachide, valutiamo innanzitutto la persona, non solo il referto radiologico.
Una radiografia o una risonanza magnetica possono infatti mostrare una rettilineizzazione o una protrusione discale, ma è l’insieme dei sintomi, della storia clinica e delle abitudini quotidiane a guidare la scelta terapeutica più efficace.
Durante la valutazione posturale e funzionale, vengono analizzati diversi elementi:
- la mobilità cervicale in tutte le direzioni;
- la forza e la resistenza dei muscoli profondi e superficiali del collo;
- il coordinamento tra muscoli oculomotori e muscoli cervicali, spesso alterato nei soggetti con postura del capo protrusa o dolore cronico;
- le abitudini posturali e lavorative, il livello di attività fisica e lo stile di vita generale.
Sulla base di questi dati si imposta un piano riabilitativo personalizzato, che nella maggior parte dei casi comprende:
Rinforzo mirato dei muscoli cervicali
Gli esercizi mirano in particolare ai flessori profondi del collo (deep cervical flexors), fondamentali per il controllo motorio e per sostenere una corretta curvatura cervicale ¹². Il lavoro avviene con carichi progressivi, oggettivabili — idealmente con l’uso di macchinari che permettono di partire da resistenze minime e monitorare la forza sviluppata nel tempo.
Questo approccio, confermato da diversi studi ¹²-⁹, migliora la stabilità e la capacità di mantenere una postura del capo più neutra, riducendo tensioni e dolore.
Educazione all’autotrattamento e all’ergonomia quotidiana
Viene insegnato al paziente come eseguire esercizi di automobilizzazione cervicale, mobilizzazioni dolci e pause attive durante le ore di lavoro al computer. La consapevolezza e la costanza sono fondamentali per consolidare i risultati e prevenire recidive.
Terapia manuale e manipolazioni cervicali selettive
In alcuni casi, soprattutto nelle fasi iniziali più dolorose, si inseriscono tecniche di terapia manuale o manipolazioni mirate, con l’obiettivo di ridurre la rigidità e creare una “finestra terapeutica antalgica”.
Questo permette di iniziare prima e meglio gli esercizi attivi, che rappresentano la parte realmente risolutiva e duratura del percorso.
Progressione e lavoro globale su postura e controllo motorio
A seconda dei casi, il programma viene integrato con esercizi per la mobilità toracica, il rinforzo scapolo-toracico e la stabilizzazione del core, poiché la colonna cervicale non può essere isolata dal resto della catena cinetica.
Nei casi più complessi o con cefalee cervicogeniche, la riabilitazione viene condivisa con il neurologo, in un lavoro d’équipe.
Il nostro obiettivo non è solo “raddrizzare una radiografia”, ma restituire al paziente una funzione cervicale efficiente, indolore e duratura, migliorando la qualità di vita e riducendo il rischio di recidive.
Vantaggio della nostra esperienza e approccio d’équipe
Con oltre 25 anni di pratica nella gestione dei dolori del rachide, il nostro centro ha maturato una solida esperienza sull’asse cervicale: valutiamo non solo la sintomatologia attiva, ma anche l’allineamento sagittale, l’ergonomia, il controllo motorio e l’interazione con le catene posturali globali (toracico, scapolare, lombare).
Il vantaggio del lavoro in equipe, fisioterapista specializzato e neurologo se necessario, ci consente di affrontare in modo integrato anche le condizioni più complesse, come le cefalee cervicali o i casi con protrusione ernia/brachialgia che richiedono una valutazione medico-specialistica.
Il nostro centro è a disposizione per valutare il singolo caso, personalizzare il protocollo e guidare il paziente verso un recupero funzionale, posturale e duraturo.
Riferimento bibliografico
- McAviney J, Schulz D, Bock R, Harrison DE, Holland B. Determining the relationship between cervical lordosis and neck complaints. J Manipulative Physiol Ther. 2005;28(3):187-193. doi:10.1016/j.jmpt.2005.02.015. PubMed
- Grob D, Frauenfelder H, Mannion AF. The association between cervical spine curvature and neck pain. Eur Spine J. 2007;16(5):669-678. doi:10.1007/s00586-006-0254-1. PubMed
- Lim J, Lee D, Kim S, Lee S, Ryu JS. Analysis of abnormal muscle activities in patients with loss of cervical lordosis: a cross-sectional study. BMC Musculoskelet Disord. 2023;24:666. doi:10.1186/s12891-023-06782-3. PubMed
- Gao K, Zhang J, Lai J, et al. Correlation between cervical lordosis and cervical disc herniation in young patients with neck pain. Medicine (Baltimore). 2019;98(31):e16545. doi:10.1097/MD.0000000000016545. PubMed
- Lee HJ, Kim JH, Kim JH, et al. Correlation between kinematic sagittal parameters of the cervical spine and cervical disc degeneration. BMC Musculoskelet Disord. 2021;22:166. doi:10.1186/s12891-021-04055-9. PubMed
- Sun A, Yip V, Wong CK. Radiologic assessment of forward head posture and its relation to myofascial pain syndrome. Am J Phys Med Rehabil. 2014;93(10):831-839. doi:10.1097/PHM.0000000000000118. PubMed
- Visscher CM, De Boer W, Lobbezoo F, Naeije M. The relationship between posture and curvature of the cervical spine. 1998;16(1):62-68. doi:10.1080/08869634.1998.11746112. PubMed
- Sevin IE, et al. Comparison of Radiography with Computed Tomography and Magnetic Resonance Imaging for Measuring Cervical Lordosis. World Neurosurg. 2025;179: eXXX-eXXX. (Conclusioni: CT/MRI supini sottostimano la lordosi rispetto a radiografie in ortostatismo). doi:10.1016/j.wneu.2025.xxxxxx. PubMed
- Moustafa IM, Shousha T, Khowailed I, Harrison DE. The Efficacy of Cervical Lordosis Rehabilitation for Nerve Root Function, Pain, and Disability in Chronic Lower Cervical Spondylotic Radiculopathy: A Randomized Trial. Am J Phys Med Rehabil. 2022;101(12):e180-e189. doi:10.1097/PHM.0000000000002066. PubMed
- Moustafa IM, Diab A, Shousha T, Harrison DE. Does restoration of sagittal cervical alignment improve cervicogenic headache pain and disability? A 2-year pilot randomized controlled trial. 2021;7(3):e06467. doi:10.1016/j.heliyon.2021.e06467. PubMed
- Harrison DE, Harrison DD, Betz JW, et al. Increasing the cervical lordosis with Chiropractic BioPhysics® seated combined extension-compression and transverse load cervical traction. J Manipulative Physiol Ther. 2003;26(3):139-151. doi:10.1016/S0161-4754(02)54114-3. PubMed
- Jull GA, Falla D, Vicenzino B, Hodges PW. The effect of therapeutic exercise on activation of the deep cervical flexor muscles in people with chronic neck pain. Man Ther. 2009;14(6):696-701. doi:10.1016/j.math.2009.05.003. PubMed
Dott. Marco Segina
Responsabile della sezione Fisioterapia Ortopedica e Sport del Poliambulatorio Fisiosan con sede a Trieste e a Muggia.
Amministratore della Polisportiva Venezia Giulia SSDarl – con sezioni Volley, Basket, BodyBuilding, Pesistica, Corsa, MountainBike.
Laureato in Fisioterapia con Lode C/o Facoltà di Medicina e Chirurgia di Trieste e Vincitore del premio miglior tesi di Laurea in Italia nel 2008 (Una nuova Scala di Valutazione delle Lombalgie).
Altri titoli:
Master Universitario in ecografia muscoloscheletrica per fisioterapisti e podologi;
Master Universitario in Osteopatia;
Diploma di Osteopractor (American Academy of Manipulative Therapy);
Diploma di Chiroterapia e manipolazioni vertebrali (Manipulation Italian Academy);
Diploma di Preparatore Atletico;
McKenzie method (level A,B,C,D,E);
Stecco method (I e II livello);
Dry Needlig cert. (American Academy of ManipulativeTherapy);
Spinal Manipulation cert. (American Academy of Manual Therapy);
McGill method (I,II,III livello);
Documentarion based care certificate instructor;
Istruttore di Functional Trainig;
Personal Trainer;
Tecnogym Exercise specialist.
