Rotazioni della colonna: tra falsi miti, scienza vera e buon senso clinico

Rotazioni della colonna: tra falsi miti, scienza vera e buon senso clinico

Negli ultimi anni mi capita sempre più spesso di leggere online pareri diametralmente opposti su qualunque tema legato al movimento. Tutto e il contrario di tutto. In particolare sulle rotazioni della colonna: c’è chi dice “vietato ruotare” e chi propone routine “miracolose” solo a base di torsioni. Molto spesso questi contenuti vengono pubblicati da “coach” dagli incerti percorsi didattici, che pescano un singolo studio e lo sventolano come fosse la verità finalmente rivelata. È l’esatto contrario di come funziona la scienza: non basta uno studio isolato, serve guardare l’insieme — più lavori, spesso con risultati contrastanti, da leggere, contestualizzare e unire per avere un quadro realistico, come in un puzzle.

Per questo ho voluto scrivere questo articolo cercando di fare chiarezza su questo tema.

 

La rotazione è fisiologica

La colonna è progettata per ruotare. Le fibre dell’annulus fibrosus sono disposte a strati incrociati, proprio per gestire i carichi torsionali. A livello toracico la rotazione è indispensabile per “svincolare” i cingoli (spalle e bacino) e rendere fluido il passo, la corsa e i gesti sportivi. Bloccarla o demonizzarla significa andare contro l’anatomia. Studi clinici su scoliosi e lombalgia cronica mostrano che quando la rotazione manca o si redistribuisce male peggiorano coordinazione e carichi su bacino e rachide9,10.

 

Cosa dicono davvero gli studi sui dischi

I lavori sperimentali sono concordi: torsioni moderate, cicliche e controllate possono stimolare positivamente l’annulus e il disco (biosintesi, vitalità cellulare, migliore distribuzione dei carichi) 1,4,12.
Al contrario, torsioni combinate con flessione e compressione elevate, ripetute o mantenute a lungo, possono causare lesioni, delaminazioni e percorsi di erniazione6,7,5.  Il problema non è la rotazione in sé, ma come viene caricata: ampiezza × carico × frequenza e contesto posturale3,2,8.

In altre parole: le fibre dell’annulus “amano” la rotazione controllata, ma “odiano” la rotazione estrema, improvvisa e caricata male.

 

Russian twist: sì o no?

Non esistono esercizi “buoni” o “cattivi” in assoluto. I Russian twist e altre rotazioni del tronco hanno senso se:

  • l’ampiezza è moderata e progressiva,
  • l’inerzia (palle mediche, pesi) è sotto controllo,
  • c’è controllo motorio e progressione del carico.

Sono invece rischiosi se combinano flessione + torsione + carichi elevati/inerzia ripetuti, soprattutto in soggetti non preparati o in fase acuta di dolore. Proprio questa combinazione è quella che nei modelli sperimentali accelera i meccanismi di erniazione6,5.

 

Warm-up e mobilità toracica

Nelle routine di riscaldamento ha senso inserire rotazioni toraciche leggere e controllate: preparano articolazioni e tessuti, migliorano coordinazione e disaccoppiano bacino e torace. L’obiettivo non è “forzare i lombari” ma rendere più efficiente la distribuzione del ROM, come suggerito dagli studi su scoliosi e mal di schiena cronico9,10.

 

Linee guida pratiche (pazienti, atleti, trainer)

  1. Rotazione sì: è fisiologica, soprattutto a livello toracico.
  2. Progressione graduale di ampiezza, volume e (solo poi) carico/inerzia.
  3. Evitare combo rischiose (grande flessione + torsione + carico/inerzia + alta ripetizione).
  4. Controllo tecnico prima della potenza.
  5. Contestualizzare: sport di lancio, golf, arti marziali richiedono rotazioni — vanno allenate, non evitate.
  6. Dolore? In fase sintomatica modulare ROM e carichi, lavorare su toracica e anche, re-introdurre gradualmente la rotazione.

 

Rotazioni della colonna tra falsi miti, scienza vera e buon senso clinico

Messaggio finale

Dire che “la rotazione fa male” è un falso mito. La rotazione è fisiologica e necessaria; diventano rischiosi solo i caricamenti sbagliati (grandi inerzie, posture combinate sfavorevoli, volumi eccessivi senza adattamento). Educazione, progressione e controllo tecnico sono la vera prevenzione degli infortuni.

Se ritieni che questo articolo sia scritto da persone competenti, sappi che da 25 anni al Poliambulatorio Fisiosan ci occupiamo con successo dei problemi della schiena. Se hai un dolore o vuoi un programma su misura, chiamaci e prenota una visita: possiamo aiutarti.

 

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Riferimento bibliografico

  1. Barbir A et al. Effects of Torsion on Intervertebral Disc Gene Expression and Biomechanics. Spine 2011;36(8):607-614. DOI:10.1097/BRS.0b013e3181dfd163
  2. Harvey-Burgess M, Gregory DE. The Effect of Axial Torsion on the Mechanical Properties of the Annulus Fibrosus. Spine 2019;44(4):E195-E201. DOI:10.1097/BRS.0000000000002803
  3. Bezci SE et al. Effects of axial compression and rotation angle on torsional mechanical properties of bovine caudal discs. J Mech Behav Biomed Mater 2018;77:353-359. DOI:10.1016/j.jmbbm.2017.09.022
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Dott. Marco Segina

Responsabile della sezione Fisioterapia Ortopedica e Sport del Poliambulatorio Fisiosan con sede a Trieste e a Muggia.
Amministratore della Polisportiva Venezia Giulia SSDarl – con sezioni Volley, Basket, BodyBuilding, Pesistica, Corsa, MountainBike.
Laureato in Fisioterapia con Lode C/o Facoltà di Medicina e Chirurgia di Trieste e Vincitore del premio miglior tesi di Laurea in Italia nel 2008 (Una nuova Scala di Valutazione delle Lombalgie).

Altri titoli:
Master Universitario in ecografia muscoloscheletrica per fisioterapisti e podologi;
Master Universitario in Osteopatia;
Diploma di Osteopractor (American Academy of Manipulative Therapy);
Diploma di Chiroterapia e manipolazioni vertebrali (Manipulation Italian Academy);
Diploma di Preparatore Atletico;
McKenzie method (level A,B,C,D,E);
Stecco method (I e II livello);
Dry Needlig cert. (American Academy of ManipulativeTherapy);
Spinal Manipulation cert. (American Academy of Manual Therapy);
McGill method (I,II,III livello);
Documentarion based care certificate instructor;
Istruttore di Functional Trainig;
Personal Trainer;
Tecnogym Exercise specialist.