Vegan è veramente salutare?

Sembrerebbe di no…

Lo dicono i ricercatori dell’università di Graz, in uno studio durato un anno che ha coinvolto 1.320 persone divise in 4 gruppi.

La conclusione dello studio è stata che: “Gli adulti che consumano una dieta vegetariana, sono meno sani (in termini di cancro, allergie, disturbi di salute mentale), hanno un abbassamento della qualità della vita, e necessitano mediamente anche di più cure mediche e farmacologiche.”

Sembra che i vegetariani siano tanto soggetti ad avere il cancro e attacchi di cuore quanto (se non di più) altri soggetti che seguono diverse diete; non solo, sembra anche che abbiano una qualità della vita inferiore rispetto ai mangiatori di carne. I ricercatori hanno anche scoperto che i vegetariani hanno una probabilità due volte superiore di soffrire d’ansia o depressione rispetto ai grandi mangiatori di carne (dal 9.4% al 4.5%).

La ricerca

I partecipanti dello studio sono stati suddivisi in 4 gruppi di 330 persone ciascuno:

1) Vegetariani (con dei sottogruppi di vegani e vegetariani che mangiano uova e pesce e vegetariani che mangiano solo latticini)

2) Carnivori con dieta ricca di frutta e verdura

3) Dieta carnivora meno ricca di carne

4) Carnivori con dieta ricca di carne

Tutti i gruppi erano simili per quanto riguarda sesso, età e status socio-economico. Lo studio ha puntato anche a considerare variabili come il fumo, l’attività fisica e il bmi, che era all’interno dell’intervallo di normalità per tutti e quattro i gruppi (da 22.9 a 24.9).

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Le nostre conclusioni

Non è certamente sufficiente questo studio per dimostrare quale sia il regime alimentare più sano per l’uomo. Quel che è certo è che si tratta di una buona partenza per rimettere in discussione (come già molti nutrizionisti fanno) i regimi alimentari estremi.

È invece evidente da altri studi che siano le lavorazioni industriali e i loro additivi i principali responsabili di patologie (allergie e cancro) nel lungo termine e questo tipo di lavorazioni sono presenti sia nei cibi “vegan” sia nei cibi dei carnivori anche se con differenti tossicità e quantità.

Non è chiaro poi se determinate “condizioni mentali” emerse nei soggetti vegani siano state presenti anche prima dell’inizio della dieta vegana; dunque potremmo anche supporre che le persone con una determinata condizione mentale siano poi quelle che aderiscono a regimi alimentari di tipo vegano stretto, forse per una maggior sensibilità nei confronti dei maltrattamenti degli animali che sono tipici degli allevamenti intensivi o a delle scelte di tipo più etico.

Emerge anche che le persone vegane percepiscono di essere mediamente più sane delle persone onnivore anche se in realtà non lo sono, inoltre sentono anche di aver migliorato la propria salute grazie a questo regime alimentare (anche se non vi sono stati documenti o dati oggettivi a dimostrarlo ma sempre affermazioni autoreferenziali).

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Alcune precisazioni

Va inoltre detto che questo studio non può affermare se esiste un’associazione accertata tra quel determinato gruppo di alimentazione e una determinata patologia, in quanto si tratta di una ricerca svolta attraverso questionari. Non siamo in grado di avere tutte le informazioni riguardanti il decorso a lungo termine e le conseguenze di consumazione di una dieta speciale, né per quanto riguarda la mortalità né per altre patologie emerse durante quest’anno di studio.

Sono certamente necessari altri studi longitudinali per completare i risultati di questo primo studio.

Ulteriori limitazioni includono la misurazione delle abitudini alimentari come variabile auto-riferita e il fatto che è stato chiesto ai soggetti come avrebbero descritto il loro comportamento alimentare senza dare loro una precisa definizione delle varie abitudini alimentari dei vari gruppi proposti dallo studio.

Un’altra limitazione riguarda la mancanza di informazioni dettagliate riguardanti i componenti dei vari regimi alimentari, in particolare la diversa percentuale di macro e micronutrienti e altri componenti come ad esempio la quantità di carboidrati, il valore del colesterolo o i grassi acidi consumati. Pertanto, ulteriori studi approfonditi circa le abitudini nutrizionali e i loro effetti sulla salute sono assolutamente necessari, come sono altrettanto necessari studi che dovrebbero indagare l’influenza delle diverse abitudini alimentari sull’incidenza di diversi tipi di cancro.

A mio giudizio questa è la prima ricerca mai svolta in un paese europeo che analizza le differenze in termini di abitudini alimentari e il loro impatto sulla salute. Nonostante alcune limitazioni che riguardano l’associazione causa-effetto, ritengo che questo sia uno studio importante che va assolutamente portato avanti e che deve far riflettere maggiormente chi decide di iniziare un determinato regime alimentare estremo per un lungo periodo.

Quale tipo di regime alimentare conduci? Ti definiresti un carnivoro o un vegetariano? Ricorda sempre che portare agli estremi entrambi i concetti può essere ottimo modo per creare degli squilibri alimentari che aprono le porte a diverse patologie. Prima di pensare ad una dieta “fai da te”, consulta sempre un esperto che ti saprà indicare la dieta più adatta a te per raggiungere i tuoi obiettivi!

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Bibliografia

Nutrition and Health – The Association between Eating Behavior and Various Health Parameters: A Matched Sample Study Nathalie T. Burkert*, Johanna Muckenhuber, Franziska Großscha¨dl, E´va Ra´sky, Wolfgang Freidl Institute of Social Medicine and Epidemiology, Medical University Graz, Graz, Austria, Febbraio 2014.

 

Dott. Marco Segina

Responsabile della sezione Fisioterapia Ortopedica e Sport del Poliambulatorio Fisiosan con sede a Trieste e a Muggia.
Amministratore della Polisportiva Venezia Giulia SSDarl – con sezioni Volley, Basket, BodyBuilding, Pesistica, Corsa, MountainBike.
Laureato in Fisioterapia con Lode C/o Facoltà di Medicina e Chirurgia di Trieste e Vincitore del premio miglior tesi di Laurea in Italia nel 2008 (Una nuova Scala di Valutazione delle Lombalgie).

Altri titoli:
Master Universitario in ecografia muscoloscheletrica per fisioterapisti e podologi;
Master Universitario in Osteopatia;
Diploma di Osteopractor (American Academy of Manipulative Therapy);
Diploma di Chiroterapia e manipolazioni vertebrali (Manipulation Italian Academy);
Diploma di Preparatore Atletico;
McKenzie method (level A,B,C,D,E);
Stecco method (I e II livello);
Dry Needlig cert. (American Academy of ManipulativeTherapy);
Spinal Manipulation cert. (American Academy of Manual Therapy);
McGill method (I,II,III livello);
Documentarion based care certificate instructor;
Istruttore di Functional Trainig;
Personal Trainer;
Tecnogym Exercise specialist.